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L'Atelier d'Expressione è un atelier di pittura dove si esprime la traccia naturale. Già da qualche anno Arno Stern usa il termine gioco di dipingere, ma abbiamo preferito conservare il termine atelier d'Expressione che usava prima. Esistono due tipi di traccia: la traccia-comunicazione e la traccia-Expressione, che sono diversi ma non antagonisti. La prima porta all'arte e quindi all'immaginazione e alla creatività, la seconda porta a un seguirsi di tracce, le stesse per ogni essere umano, qualunque sia la sua provenienza. Arno Stern, che ne è lo scopritore, il ricercatore e l'esperto, ha dato a questo susseguirsi di tracce il nome di Formulazione. Questa è universale, segue leggi proprie, ed è uno dei pochi linguaggi conosciuti ad oggi attraverso cui si esprime la Memoria Organica (memoria degli eventi della formazione dell'organismo). Sfortunatamente, dato che l'educazione e l'istruzione l'ignorano, che non conoscono né rispettano le tracce naturali, la Formulazione si manifesta sempre meno e sempre con maggiori difficoltà.

«La pratica della Formulazione [...] soddisfa delle necessità inappagate. Ne risulta un equilibrio e una realizzazione che fortifica la personalità. Questa pratica sviluppa anche un grande savoir-faire e la coscienza di capacità che coinvolgono profondamente la persona, qualunque siano la sua età, la sua esperienza e la sua situazione. Colui che pratica la Formulazione si libera della dipendenza da modelli e sviluppa un’autonomia positiva. [...] L'atto della Formulazione è vitale e [...] svilupppa il bisogno di affermazione di sé allo stesso tempo della relazione con gli altri, in un perfetto equilibrio che esclude la competizione.» (www.arnostern.com/fr/formulation.htm).
Oggi la Formulazione ha bisogno di essere suscitata e sostenuta per poter iniziare a sorgere e continuare a manifestarsi. Per questo c'è bisogno di condizioni specifiche.


La seduta conta fino a 12 persone di tutte le età (bambini, giovani o adulti). Al centro del locale, sulla table-palette (tavolozza) sono disposti diciotto colori con tre pennelli per colore. Questo materiale è a disposizione di tutti. È possibile fare dei miscugli e sono preparati su richiesta. Ognuno prende un foglio di carta bianco e sceglie il suo posto, la persona che conduce la seduta lo fissa sul muro con delle puntine e si comincia a dipingere. Il formato del disegno può ingrandirsi per adattarsi al bisogno. Il disegno può restare su un solo foglio o si possono mettere quanti fogli si vogliono, è illimitato.

L'Atelier si caratterizza per la sua permanenza: da una seduta all'altra lo si ritrova, immutato, come lo si era lasciato. Questo permette in particolare di non essere distratti dalla ricerca del materiale, e ciò conduce a una maggiore libertà : poiché l'uso del materiale è semplice, ci si può dedicare interamente all'Espressione.


Ispirato al lavoro d'Arno Stern, l'Atelier d'Expressione è un luogo dedicato e permanente in cui sono presenti tutte le condizioni che permettono alla Formulazione di sorgere e svilupparsi.
I muri coperti da carta da pacco (kraft), macchiati da mille tracce che hanno oltrepassato i margini dei fogli, riflettono l'intensa attività passata e presente. Il ruolo di questo luogo e di rimetterci su un cammino che si sarebbe compiuto naturalmente se non fosse stato interrotto o reso impossibile, dando così ad ognuno la possibilità di «ritrovarsi».
Quando una persona, di qualsiasi età, mette in armonia il desiderio di fare e la capacità di fare, si afferma, si sente intera e libera. È per questo che spesso, nei luoghi ove si pratica la Formulazione, le persone, e in particolare i bambini, prendono coscienza dopo un po' di tempo della loro capacità di esistere, sperimentano una relazione senza rapporti di forza, imparano a non dominare perché imparano ad essere; riscoprono l'autonomia e la libertà interiore, ritrovando così la loro dimensione umana.





Il foglio è fissato al muro con delle puntine: il formato del disegno può ingrandirsi per adattarsi al bisogno. Si può allungare un foglio, e mettere tutti i fogli che si vuole, è illimitato. Ciò che conta, è che il disegno non sia limitato, nè in un senso nè in un altro. Questa possibilità  - quella di fare dei grandi formati - non è che un esempio: il disegno può restare su una sola pagina e ciò dipende dall'individuo.

L'atelier è un luogo dove si riscopre l'atto adatto al proprio bisogno, e non ricalcando su un modello qualsiasi. Il "bisogno" si esprime anche in maniera più precisa, nel corso del tempo, e si viene all'atelier per ritrovare un luogo intimo, un luogo che ci è proprio che si condivide con altri. La scoperta - anch'essa illimitata - può allora cominciare.




Il ruolo del responsabile della seduta è quello di creare e di mantenere le condizioni che permettono di abbandonare la razionalità, per tornare alla semplicità necessaria e fare emergere la parte più profonda di noi stessi, e che permettono alla Formulazione di manifestarsi. È ovvio che tutto questo non avviene istantaneamente. La conseguenza diretta è il sollievo dovuto alla soddisfazione di un bisogno così a lungo inespresso, e il piacere naturale di un atto umano primordiale.


Durante la sedute spesso si parla di cose diverse, ma non si commentano mai i disegni. Per chi scopre l'atelier, dopo il primo momento di sorpresa, è un grande sollievo. Un posto in cui si può lasciare libero corso al proprio disegno, all'atto di tracciare senza che sia ostacolato, senza che nessuno intervenga o vi faccia un apprezzamento. L'individuo, bambino o adulto, liberato di nuovo dalle limitazioni/costrizioni esterne ed arbitrarie, può lasciar scorrere liberamente le tracce che emergono, lasciarle svilupparsi e maturare. Allora con il passare del tempo, qualcosa in lui si fortifica, cresce, naturalmente. È l'essere nella sua interezza che si schiude. Di fronte a ciò, nessuno spettatore.